Skip to main content

Parsi: La vera minaccia per l’Occidente è un attacco di Israele

L’amministrazione di Barack Obama ha smesso di sostenere i dittatori del mondo arabo e questa scelta è tornata contro gli Stati Uniti. Per Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore, “il vuoto, la mancanza di un nemico interno ha spinto le popolazioni del Nord Africa a combattere contro un nemico esterno”. E in questo caso il bersaglio è la potenza americana.
 
Molti movimenti islamisti della zona hanno ottenuto un riconoscimento e potere politico, e questo ha ridato spazio ai valori religiosi. “In questo modo, avendo dato un riconoscimento ai valori religiosi, hanno smesso di massacrarsi fra di loro e si concentrano contro il nemico esterno. Così, qualsiasi scintilla può scatenare l’odio. Come è successo con la scusa del film contro Maometto”, ha detto Parsi in una conversazione con Formiche.net.
 
L’esperto di geopolitica del Mediterraneo ha spiegato che per i primi due anni di mandato di Obama non ci sono stati attacchi diretti verso gli Usa, ma la politica seguita nei confronti di Israele non è stata sufficiente e la tensione si è accumulata. “Il vero rischio non solo per gli Usa ma anche per tutto l’Occidente -continua Parsi-, è che l’Israele intraprenda azioni contro l’Iran. In quel caso salterà fuori un vero conflitto che coinvolgerà tutti”.
 
Molti analisti sostenevano che l’attacco sarebbe avvenuto prima dell’estate e c’è già chi sostiene che si aspetta solo il risultato delle elezioni presidenziali americane. Ma qual è la reale possibilità che Israele attacchi l’Iran? Secondo Parsi, la certezza è assoluta e si aspettano solo le condizioni tecniche perché questo succeda: “In passato Israele ha sbagliato valutazione, come nel caso del Libano, e adesso si muove con cautela. Se si decide di colpire l’Iran, la condanna dal punto di vista giuridico e morale sarà mondiale e lo scompiglio coinvolgerebbe il Mediterraneo in pieno”. L’analista ha avvertito che un’azione di questo genere andrebbe a toccare la sensibilità araba e musulmana, che reagirà in massa e non più in frazioni. Non sarà più un conflitto tra l’Iran e l’Israele ma contro tutto l’Occidente.
 
Proteggiamo i nostri ragazzi nel campo di battaglia
 
Sulla possibilità di un attentato in Italia da parte di Al Qaeda, Parsi sostiene che è più probabile che vengano colpiti i soldati italiani presenti in Afghanistan e in Libano. “Sono bersagli vulnerabili. Se ci fosse l’intenzione di attaccare l’Italia penso che sarebbe più fattibile così, colpendo quegli obiettivi. Sulla possibilità di attacchi alle ambasciate americane presenti in Italia credo che è più realistico che ci sia contro le rappresentanze diplomatiche francese o tedesche”, ha detto.
 
Il professore sostiene che “il governo italiano, come il resto dei governi europei, sono concentrati sulla gestione interna. Il rapporto con il Nord Africa e il resto del Mediterraneo è approssimativo perché sono impegnati nel combattere la crisi economica e nel capire come le politiche europee possono essere poco onerose”.
 
La vicinanza con la sponda calda del Mediterraneo rende obiettivamente centrale l’Italia, ma per farla diventare un punto centrale a livello geopolitico c’è bisogno, appunto, di una politica. E questa, come nel resto dell’Europa, è inesistente.


×

Iscriviti alla newsletter